
Lo statista di origine siciliana Bettino Craxi restò fedele al proporzionale anche quando avrebbe potuto cavalcare l’onda del maggioritario (a invitarlo pubblicamente fu Giuliano Ferrara). Giulio Andreotti sostenne fino alla fine che non c’è sistema migliore di quello che assegna a ciascuno il numero dei seggi in proporzione al numero dei voti conquistati nelle urne.
Il proporzionale puro, quello della prima repubblica, multipartitismo esasperato secondo la bellissima definizione di Leopoldo Elia, era nato sulle ceneri del fascismo: di tutto quello che il fascismo aveva mortificato e distrutto doveva esaltare ogni cosa. E, quindi, per esempio, il diritto di tribuna che consente anche a chi non ha voti ma buone idee di parlare in Parlamento, di dire la sua.
Oggi l’emergenza legittima il governo e la sua debole legittimazione genera ribellioni e violenza nelle strade e nelle piazze. Il Parlamento serve proprio a contenere la violenza, a canalizzare istinti e pulsioni, a rendere diritto quello che nasce storto.
Tutto ciò rimanda alla celebre immagine di Federico Hegel: il Parlamento come porticato tra lo Stato e la società civile, icona che ne esalta financo il valore estetico, la forma, rimandando alla bellezza della cultura, in questo caso politica.
Per garantire il proporzionale occorre ricostruire i partiti politici: qualcuno citi, per favore, l’articolo 49 della Costituzione repubblicana “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Rafforzare strutture e uomini significa restituire denaro (e per favore in misura adeguata), erigere barriere di protezione, munirsi di scudi. Chi non ama i partiti è lo stesso che non ama il Parlamento, chi non vuole la politica sceglie l’antipolitica.
È il tempo degli scudi e, forse, anche il tramonto della società della trasparenza che è, ormai, la società della bugia e della prevaricazione: più coraggio per il segreto richiedeva il giurista Carl Schmitt. È, infatti, con le rivelazioni, con i dossier fabbricati ad arte, con le confessioni estorte ai dirigenti democratici della prima Repubblica, facendo battere una pistola sulla scrivania, che fu distrutta la Repubblica dei partiti e del proporzionale.