A questa gente che non basta mai

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L’ultimo giorno di aprile del 1993, sotto la dimora di Bettino Craxi, in un angolo di Roma coperto di foglie piovvero monetine. La folla, organizzata e appattata con le telecamere del servizio pubblico, pronunciava il crucifice sull’ultimo leader della prima repubblica, del Novecento italiano che – attraverso l’incontro tra cultura e politica – salvò lo Stato.

Ma quell’episodio che, nell’intervista di Giuliano Ferrara, la vittima sacrificale identificò come squadrismo era, in realtà, la prima rivolta della piazza contro il Parlamento e contro la sua volontà: quella di negare l’autorizzazione a procedere contro il capo socialista nella guerra appena dichiaratagli dalle Procure, braccio operativo della folla medesima.

Quella piazza, il popolo dei fax, aspettava davanti ad una residenza privata come i bulli che ti minacciano ti aspetto fuori. Esso divenne, poi, popolo del web conservando la matrice giustizialista e populista che nasce con le forche, le teste tagliate e conficcate nelle picche, la mentalità della tabula rasa, il perfettismo, il fanatismo, la follia.

È probabile che l’iniziativa del Vaticano contro una legge sia – anche questo – un atto di guerra ma quella legge sembra non chiedere ma pretendere. Ed è chiaro che sarà il Parlamento a doversi occupare di questa vicenda.

Serve proprio a restituire al Parlamento quel ruolo perso quella sera di aprile del 1993 la nota che uno Stato trasmette ad un altro come previsto dalla procedura, dal diritto e dalle regole di cui lo Stato è debitore alla Chiesa sin dalla sua fondazione (non dimentichiamolo).

La religione è tornata prepotentemente sulla scena del mondo. Non che fosse mai stata assente ma, come correttamente segnala il giornalista Filippo Facci in un libro che porta in copertina l’immagine di Craxi che fuma una Salem, da quella sera terribile di fronte all’Hotel Raphaël la politica cominciò a manifestarsi con le forme della sua assenza.

La forma è importante e, oggi, assistiamo alla ricostruzione dei confini geografici, politici, del pensiero, perchè essere occidentali non è una banalità. C’è anche un limite al pensiero perchè non basta pensare per decidere quello che si è.

Diventare quello che si desidera non è una questione di diritti ma, anche, di doveri, può essere un piacere ma non è certo l’erba voglio che non cresce neanche nel giardino del re.

E non è un caso che venga evocato il presidente del Consiglio dei ministri firmatario dell’accordo di Villa Madama ispirato da Gennaro Acquaviva. Ritorna oggi che la Chiesa chiede conto a quel Parlamento che ha suscitato e suscita l’ira della piazza.

Contro lo statista di origine siciliana ringhiava urlante invece di lasciare educatamente la mancia dopo avere abbondantemente cenato.

È vero che il nostro è uno stato laico e non confessionale ma, siamo sinceri, se non fossimo stati laici tante libertà non sarebbero state mai concesse. O, forse, certa gente è come quella donna che, in The Godfather, vuole che Santo Corleone non se ne vada perchè non le basta mai.

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