
Il Papa sarà a Palermo nel mese di settembre. L’ operato del Papa non si giudica, e qualunque discorso intorno al Papa va preso per quello che merita: chiacchiere in libertà. Sperando che siano parole dette col cuore di figli. Ma a Francesco possono essere fatte delle domande che si legano alla città che lo ospiterà. Per esempio, che, finalmente, la lotta alla mafia sia lotta al sottosviluppo. Se è vero che la mafia opprime l’ uomo senza renderlo libero, allora il lavoro creato con le forze dell’ individuo, la creatività liberata, il denaro generato senza danneggiare l’ ambiente e il prossimo, tutte quelle cose che chiamiamo sviluppo, insomma, sono contro la mafia. Si era creduto che lo sviluppo fosse alleato della mafia e nemico dell’ uomo. Sembra che non sia affatto così. Si potrebbe anche chiedere a Bergoglio che la cultura, o meglio la gestione dei processi culturali, la diffusione e l’ interpretazione di prodotti culturali come libri, cinematografia, musica, non diventino strumenti di potere. Perchè il potere è cieco. Perchè quando il potere è costruito sulla menzogna, difficilmente sarà usato per fare cose buone e giuste. Tutto ciò ci ricorda quanto sia importante la verità: la verità detta, cercata, difesa. Non sia tanto il peccato a spaventare, perchè, come Giacomo Leopardi pensava, è innocente chi commette inconsapevolmente il peccato. Un caso nel quale entra in gioco l’ educazione. E su di essa la scuola e la famiglia rischiano di perdere una generazione intera di esseri umani. Ma questo Papa Francesco lo sa bene e non ha bisogno che qualcuno glielo ricordi.