
E’ osceno scattarsi un selfie insieme col cadavere oppure è osceno scattarsi un selfie e basta. Ma l’ oscenità è proporzionale al grado di intimità disvelata, la foto di famiglia più della serata con gli amici, la camera da letto più della terrazza, la moglie più dell’amica, perfino il pancione, il sorriso del bambino, diffusi, deprezzati, svuotati dai potenti, sociali, pervasivi e nuovi media. Eppure già la televisione che Karl Popper chiamò cattiva maestra metteva in scena le botte da orbi, le tette e i culi, giochi a premio, gare e quiz in un continuum di informazione e intrattenimento fatto delle tre S, sesso sangue e soldi, che tengono in piedi la macchina dell’ informazione. La relazione del telespettatore col video è rovesciata perchè il telespettatore è diventato il video stesso, la società di massa è sempre la stessa, narcisistica, vacua ed edonista, solo che non è più di massa, è atomizzata, globale, povera e incerta. Il cinema ha perso un padrone, il simpatico Harvey Weinstein, accusato (tra le tante cose) di esprimere un cinismo e un sessismo riconducibili agli ambienti del Partito Democratico americano dall’ attrice italiana Asia Argento. La stessa che intervistata dal settimanale l’ Espresso ricordò, a suo tempo, come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fossero due uomini di destra: una di quelle verità troppo politicamente scorrette da dire per gli addetti agli sporchi lavori della politica. Chissà cosa direbbe oggi, dopo decenni di bugie, dell’ antimafia di facciata.