Conservare e non distruggere

ph Pankaj Shah on Unsplash

Negli anni Ottanta la suggestiva immagine del socialismo tricolore, legata a Bettino Craxi, indicava, più o meno, identità nazionale e giustizia sociale. La difesa della nazione è ancora presente nella politica italiana, ma mancano giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, giustizia nei tribunali, giustizia tout court.

La sinistra ha puntato sull’estensione dei diritti, un tema sul quale adesso si auspica una revisione e molti segnali vanno in quella direzione, soprattutto oltreoceano. La giustizia è stata dimenticata, se non peggio.

La destra riconfigura la sua identità adattandola ai tempi (tempi che cambiano, si pensi a quanta destra c’è nella difesa del popolo ucraino contro l’aggressione russa). La destra atlantista di Giorgia Meloni non fa nulla di scandaloso nè di nuovo o di bizzarro, se non ambire al ruolo che ebbe nel secolo scorso la Dc. Il partito-Stato era tale in quanto riferimento degli Stati Uniti.

Nel frattempo, ad almeno un alleato della destra si rimproverano ambigue interazioni con la Russia di Putin. A tale proposito, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Si consideri, pure, che il mondo dell’impresa non solo ha avuto relazioni con la Russia ma, prima o poi, dovrà ricominciare ad averne. E si consideri che tutto quanto si dice a proposito della Russia si potrebbe presto dire della Cina e qui le pietre da scagliare non basterebbero!

Si imputa (correttamente) alla destra una approssimazione sul tema dell’istruzione. Anche qui colpe a sinistra, dove la scuola è stata considerata per lungo tempo uno dei tanti attrezzi a disposizione, asservito alla macchina del potere ideologico che furono il Pci e i suoi eredi.

L’astensionismo cresce sempre di più, mano mano che si scende per reddito e istruzione. Non ci credono, non si fidano, non votano. Un adolescente su due – oggi in Italia – non è capace di leggere un breve testo e comprenderlo.

Manca la scuola, o una scuola che funzioni decentemente, e mancano non solo i partiti organizzati di massa ma financo quei corpi intermedi dove l’individuo ha sempre trovato le risorse per difendere se stesso e per migliorare in ragione del merito.

Aumentano rischi di ogni tipo, non solo diseguaglianze ma anche sopraffazione, violenza, degrado. E’ nell’aria. I punti di riferimento tradizionali sono stati cancellati dai ben noti detentori del potere ideologico. Forse è questa la sfida più importante, intesa come sfida di tutti i soggetti che hanno a cuore conservare e non distruggere, in tempi di feroce cambiamento.