Costi dell’ antipolitica

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Non è solo la politica ad avere dei costi, ma anche l’ antipolitica. Prima le imprese finanziavano la politica, poi le imprese si sono messe in politica. Infine ha vinto l’ antipolitica, che pretende di fare a meno dei soldi. Ma quelli che ci sono vengono spesi male. La casta è diventato un moderno capro espiatorio. Dimenticando che non è la casta che ruota intorno al mondo della politica a far danni, ma il principio di autotutela e di autoreferenzialità che ispira tutte le caste. Al politico non si perdona la tradizione di nobiltà, l’ essere se stesso, almeno nella tradizione. Ma non ha più colpe del farmacista, del medico, del magistrato. Decidere per gli altri è una grande responsabilità. Prendi Craxi oppure, più di recente, Sarkozy: potere, successo, soldi, donne, ma vite sul filo del rasoio, perchè quella forza generata dal proprio ruolo può, per un qualsiasi accidente oppure semplicemente per il corso della storia, rivoltarsi contro e non deve essere piacevole perchè avere avuto il potere e averlo perso è molto peggio che non averlo mai avuto. In fondo, dietro la questione dei costi della politica c’è una declinazione dei costi della modernità. Il Meridione ha distrutto la sua forza creativa che era negli artigiani, nei piccoli imprenditori, negli artisti ed è stato ricompensato con una spesa di bassa qualità, con impieghi pubblici di ripiego. Prima abbiamo cancellato l’ homo faber e adesso abbiamo cancellato il civis, quello impegnato nei quartieri, con la parlantina, intuitivo, generoso e conoscitore di uomini e cose. Al quale vorrebbero togliere uno strameritato incarico di portaborse.

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