Con la cultura non si mangia se mancano servizi intorno a un teatro, a un museo o a una biblioteca. Metropolitane, bagni pubblici, punti di ristoro, strade pulite e aeroporti funzionali dove arrivare e raggiungere tranquilli e sereni posti che sono già nella nostra immaginazione, che sono entrati nella nostra testa perchè c’è chi ha saputo usare al meglio le nuove tecnologie, soprattutto digitali, e ha reso possibile il miracolo di portare qualcuno da qualche parte per il solo piacere di farlo. Uno che, poi, tornerà a casa più povero per avere speso dei soldi. Ma molto più ricco – inconsapevolmente – perchè ha visitato una necropoli punica, una chiesa barocca, un monastero oppure ha passato cinque minuti di fronte a una delle vedute della Palermo ottocentesca immortalate da un pittore poco noto, di nicchia. Perchè la cultura è, spesso, una cosa difficile. Facile è, invece, mangiare con l’ incultura. Non essere informati adeguatamente e non avere sviluppato senso critico rende vittime di chi mangia con l’ incultura. Ammettiamo pure che la cultura non renda ricchi. Lo sanno tanti artisti, docenti che, succede, poi finiscono in disgrazia. Ma è certo che la cultura rende liberi ed eguali. Liberi di scegliere se usare la testa o il cuore, di sbagliare, di cambiare idea. Ed eguali, ma non nel senso folle in cui lo intesero le ideologie totalitarie del secolo scorso, che hanno prodotto tanti mostri, anche umani, che sono ancora in mezzo a noi. Ma eguali laddove l’eguaglianza è delle opportunità. Eguali ai nastri di partenza. Sarà poi la gara della vita e forze superiori, per chi ci crede, a stabilire chi meriterà di salire sul podio e chi, invece, resterà a terra.
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