
La citazione di Santo Giovanni Paolo II nel discorso del presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana evoca, intanto, il papa che aprì le porte del mondo. E nel segno dell’unità e della libertà.
La prima – l’unità – manca del tutto perchè il mondo è in guerra nel nome di D o (purtroppo) e anche dove non ci sono bombe c’è guerra.
La seconda è interpretata da sinistra (e male) perchè estendere illimitatamente i diritti non si traduce necessariamente in libertà.
La libertà non consiste nel fare cio’ che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare cio’ che si deve significa avere il diritto di essere se stessi. Che si specchia nella mitezza, ovvero lasciare essere l’altro per quello che è.
Essere se stessi e agire di conseguenza, pertanto, è la libertà di Socrate che sceglie di morire pur di non perdere la libertà. Sono le basi della politica che dovremmo fare noi. Cioè è la libertà degli occidentali e, giusto per affrontare il tema lateralmente, il protagonismo femminile è proprio della cultura, della storia e della tradizione occidentale. Non una bizzarria.
La globalizzazione è lo sfondo della crisi che porta alla destra, ma questa destra ha della sinistra socialista nella misura in cui aspira alla giustizia. Come si dimentica facilmente che la critica della globalizzazione nasce a sinistra col movimento no global!
Solo che qui si invita al buon senso, concetto tante volte correttamente evocato da Giorgia Meloni. La sintonia con Mario Draghi non può essere solo umana o fondata su dati geografici o biografici, ma è politica, persino ideologica.
Giustizia non è – sono fatti! – quella dei sindacati, della magistratura e di buona parte del sistema dell’informazione. Ma quella dinamica della società che si manifestò, con tutte le sue inevitabili contraddizioni, nell’America degli anni Ottanta, poi diventata bersaglio polemico e oggetto dell’odio politico dei signori del nuovo dispotismo (burocrazia, finanza).
In modo crudo viene oggi proposto di non disturbare chi vuole fare enfatizzando il lato creativo della socialità, la voglia di intraprendere, di fare, di sperimentare, in attesa di un premio che solo e solamente in questo modo – rischiando le inevitabili imperfezioni di questo processo- viene spontaneamente attribuito a chi merita.
L’uomo non è perfetto come credono di essere quelli che giudicano il prossimo pensando che la perfezione sia nel giudizio. L’uomo è il noto legno storto di Kant ripreso da Berlin.
E la scuola e l’università dovrebbero assecondare questo nuovo esprit, invece di arroccarsi nell’autocompiacimento di casta e di fare leva su rendite di posizione. Sapete quanti giovani nel Mezzogiorno scelgono la strada del crimine perchè vengono ostacolati nel tentativo di fare impresa è una considerazione fatta di recente dal giornalista Corrado Augias, che è di orientamento progressista.
Socialismo tricolore, saggio di Giano Accame che mise in comunicazione i concetti di giustizia sociale e nazionalismo, ispirò anche il dialogo tra persone. Infatti fu citato da Guido Lo Porto (allora deputato di Alleanza Nazionale) al Teatro Don Orione di Palermo nella campagna elettorale per le amministrative del 1997 alla presenza di Gianni De Michelis, ex ministro degli esteri socialista.
E lo stesso Lo Porto, anni dopo, segnalò i limiti della globalizzazione in un evento pubblico alla presenza dello scrittore Santi Correnti. Ma è nei fatti accaduti nei primi anni del nuovo secolo, quando la Cina penetra – nel modo più profondo di sempre – nell’ordine occidentale, che vanno cercate le cause della crisi attuale. Una questione che non può essere elusa in eterno.