Il cavallo sbagliato dell’Occidente

ph Karolis Puidokas on Unsplash

La pandemia è tante cose tra le quali il prodotto di una gigantesca svista dei gendarmi del mondo. In origine, facciamo quattro cinque anni fa, si immaginò che Stati Uniti ed Europa insieme potessero riprendere in mano i destini del pianeta. Ma a un certo punto Donald Trump, il quale è molto meglio di quello che appare, cambiò rotta mentre l’Europa si confermò interlocutore debole e, soprattutto, confermò un dato ricorrente: quando le cose si mettono male nel Vecchio Continente sale la febbre del populismo.

Che il coronavirus sia stato programmato o “liberato”, come spesso si sente dire, è una stupidaggine pari all’idea che le torri gemelle siano state buttate giù dal Grande Vecchio e al sempreverde complotto giudaico massonico.

La colpa più grande ce l’hanno, invece, gli industriali e i mercanti planetari che restano i padroni del mondo. Come non pensare che spingere sempre più sulle delocalizzazioni polarizzando soprattutto sulla Cina che, non dimentichiamolo, è un altro mondo rispetto a noi, come non prevedere che esasperare ogni cosa, persona e risorsa ambientale avrebbe avuto conseguenze non previste e che, quindi, bisognava predisporre una strategia d’intervento efficace, immediata e coordinata in caso di emergenza almeno tra i partner europei?

Tante epidemie si sono susseguite non solo lungo secoli di storia ma anche in tempi recenti. L’ammissione di Giorgio Armani circa l’immoralità dei ritmi di produzione cui si era giunti è, forse, tardiva ma pur sempre una apprezzabile e onesta presa di coscienza.

Tutto sembra rimandare alle riflessioni di un politico siciliano allorchè, nel secondo dopoguerra, riprese vita la democrazia italiana. Il fascismo aveva fallito, certo. Ma esso era nato in risposta agli eccessi del “biennio rosso” nei quali non tutti furono coinvolti. E chi non è responsabile delle cause non può esserlo degli effetti. Oggi politiche industriali sbagliate, miopia e avidità hanno prodotto la pandemia.  Oligarchie tecnocratiche, pirati e mercenari mondiali hanno puntato sul cavallo sbagliato. Quando si tratterà di ricostruire occorrerà tenerne conto. 

 

 

 

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