Il colle più alto e il gioco dell’oca

Antonello da Messina, Ritratto di giovane, 1478, Olio su tavola di noce, 14.5 x 20.4 cm, Staatliche Museen, Gemäldegalerie, Berlino

Se li conti, lungo un arco di tempo in cui cambia tutto, ti accorgi che i presidenti sono pochi e a ciascuno il suo. Oscar Luigi Scalfaro salvò il passato di fronte a una rivoluzione di destra, perchè così fu vista agli inizi della Seconda Repubblica, non dimentichiamo il Cavaliere con il fez in testa sulle copertine dell’Espresso.

Sul colle più alto Carlo Azeglio Ciampi fu l’uomo dell’Euro e dell’Europa, che ci sono ancòra e ne avremo sempre di più. Poi arrivò Giorgio Napolitano. Questi fu presidente rieletto. E quando l’uno diventa due di solito c’è di mezzo il diavolo.

Negli anni del suo settennato, il prestigio della carica si riduce, la luce che promana si assottiglia e la garanzia – propria della sua funzione – viene meno. Ecco a cosa porta il rinvio infinito delle riforme, della riforma che si chiamava in passato grande riforma, per mettere in linea, come si diceva una volta, il paese reale col paese legale.

Si obietterà che il presidente non si può toccare, perchè rappresenta la Nazione, perchè prima di tutto viene l’unità della Repubblica. Ci sarebbero, infatti, all’opera forze come la Lega, la cui rappresentanza coincide con aree ricchissime dell’Europa e del mondo e sempre pronte alla secessione.

Ma c’è anche da chiedersi: perchè la Lega viene, spesso e a ragione, definita il partito della borghesia italiana? E, quindi, continuare la domanda: perchè il Mezzogiorno continua a essere un problema per l’Italia e per l’Europa?

Il Sud che non oppone resistenza alla propria decadenza sembrerebbe un enigma con dentro un indovinello avvolto nel mistero. Una citazione di Winston Churcill che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha riproposto per riferirsi al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Che c’entra con il Sud ma, anche, con la borghesia. E ci riporta al punto di partenza di un gioco dell’oca che dura, ormai, da troppo tempo.