Il silenzio come amore

ph Brandon Morgan on Unsplash

La politica è la più alta manifestazione della bassezza, dell’ umanità che è, anche, miseria. Cristo era un capo, aveva discepoli e predicava, fu il re che non fu riconosciuto. Ma le Sacre Scrittura ricordano a ogni uomo financo cosa sia la lotta per il potere. “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo” è scritto nel Vangelo di Giovanni.

Il mondo non ama i discepoli di Gesù, non li amerebbe neanche se li amasse, perchè il mondo ama quello che, già, gli appartiene. Non c’è amore senza dono, rinnovamento e trasfigurazione. Amare ciò che appartiene a se stessi significa, in fondo, odiare. E’ una logica terribile che rende vana ogni rivoluzione nelle cose della vita e della politica: chi segue il capo non sarà mai più grande del capo. Non c’è frase che spiega cosa sia la miseria umana meglio di quella pronunciata dal Messia: “Mi hanno odiato senza ragione”.

Il maestro raccomandava il riserbo.  Gerarchia, appartenenza e silenzio. Occorre nascondersi se necessario. Ciò che conta è custodire il segreto. La stessa pubblicità diventa, quindi, una forma di nascondimento. E’ la simulazione e la dissimulazione di cui parlerà Machiavelli, il grande maestro della scienza politica. Il potere ama il segreto, perchè conosce il valore delle cose. Ciò  che ha grande valore rischia di essere deturpato, rovinato o rubato.

Il segreto è un grande atto di amore. E la condivisione esclude il comando del padrone al servo che “non sa quello che fa il suo padrone”. Cristo, da capo, chiamò amici i suoi discepoli “perchè tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ ho fatto conoscere a voi”. La santità è tra uomo e Dio, nel punto d’ incontro tra cielo e terra dove la parola, nel conflitto tra spirito e miseria, diventa silenzio.

 

 

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