La censura eredità del mondo globale

ph Charles Deluvio on Unsplash

Edward Bernays, uno degli uomini più influenti del secolo scorso, il  quale si servì della parentela con Sigmund Freud, padre delle psicoanalisi, per fare carriera (in siciliano suonerebbe tipo Sugnu u niputi di don Totò) cita nel libro che lo rese celebre la sacra congregazione de propaganda fide, potente strumento per difendere la Chiesa Cattolica, la sua tradizione e la sua missione nel mondo.

La propaganda è stata molto utilizzata anche nel Novecento con parole, opere e omissioni. Oggi è il tempo della bugia. La bugia sta alla propaganda come i dilettanti stanno alle menti raffinatissime.

Uomo d’affari e pubblico amato ma anche spigoloso, pieno di difetti e vizi, Donald Trump è protagonista di una tragedia. Ha perso le elezioni, ma tantissimi lo hanno votato e lo voterebbe ancòra, persino se il suo nome non fosse stampato sulla scheda consegnata al seggio o recapitata per posta.

Non dimentichiamo che, agli inizi della sua avventura politica, fu definito un manuale di scienza politica che cammina. Oggi è un problema-persona risolvibile solo togliendogli l’audio o mandando un messaggio in sovraimpressione. Tecnicamente, censurandolo. E lo stesso si fa, adesso, in Italia, quando un politico non sa quello che dice o dice cose inaccettabili, come pensare incandidabile una donna perchè malata di una grave malattia.

Un parlamentare presidente di commissione non persuaso che, senza rispetto per la persona umana e per la vita, viene meno la stessa ragion d’essere della politica e vengono mortificati i valori sui quali si fonda una comunità locale, regionale (e, oggi, si pretende mondiale) va, quindi, messo a tacere. O, almeno, così pensa e fa la televisione di Stato.

La globalizzazione senza regole e confini di commercio o connessione ci lascia in eredità tanti problemi. Inizia a mostrarceli la controluce della pandemia. Beffarda è la censura, la cosa più illiberale che ci sia, rovescio della medaglia di latta di una libertà di opinione che suona falso. Come quando ne hai combinate tante che ti mandano a letto senza cena, oppure dietro la lavagna con la faccia contro il muro. Per impedirti di dire l’ennesima sciocchezza.

 

 

 

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