La complessità del male

ph. Karen Maes on Unsplash

Leonardo Sciascia aveva capito che il disprezzo per la proprietà e per la persona umana avrebbero portato alla follia che abbiamo visto e vediamo, unita, però, non al fenomeno che il comunismo aveva previsto e, cioè, la dissoluzione dello Stato e la vittoria della società civile su di esso, ma ad una cultura violenta e amorale posseduta da uno Stato granitico, autoritario, selvatico. Ecco perchè lo spionaggio unito alla bugia, alla macchinazione, alla costruzione fantasiosa e ridicola non è solo nemico della verità ma della stessa vita. E la vittima è un uomo assassinato, character assassination si chiama in inglese, ovvero distruzione della reputazione.  Ma gli inglesi, per indicare l’ immagine pubblica, sono costretti a usare l’ italiano e la parola che usano è persona. Ed ecco perchè nella lingua palermitana sfregiare qualcuno sul viso con un coltello si dice ti tagghio tutto, perchè tagliare il volto è tagliare l’ intero. Ci sarebbe da dire che il primato della politica è, anche, il primato della persona umana, oppure che deve tornare ad esserlo. Perchè, se qualcosa di positivo è da trovare nella cultura comunista, è quella premessa, quell’ analisi del capitalismo e della mentalità imprenditoriale che vede l’ uomo come uno strumento. Funzionale al raggiungimento dei propri scopi, obiettivi di guadagno o mezzo di piacere. Molto di più e molto peggio di quel che pensava Enrico Mattei: il politico come un taxi da prendere, pagare la corsa e salutare. Rispetto della persona e dei suoi diritti, rapporto tra politica e impresa, dignità dello Stato a cominciare dai suoi componenti, dal primo all’ ultimo. Tutto adombra una sorta di trionfo del male che, nell’ eclissi del millennio, raggiunge vertici di perfezione spaventosa, e conquista luce, intelligenza, complessità.

Lascia un commento