La fine di Riina, l’inizio della destra e Carl Gustav Jung

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Rileggere le geniali intuizioni di Carl Gustav Jung – in un saggio di rara bellezza dedicato all’archetipo della madre – intorno al modo in cui l’amore possa essere gusto e senso estetico, virtù riconosciute alle donne insieme con quelle pedagogiche “rese perfette dalla capacità femminile d’immedesimazione” è, nello stesso tempo, bisogno e memoria. E impressiona ancora, dopo tanti anni, come la mafia, che è stata, spesso, nella sua profonda natura, associata al culto della Grande Madre, la divinità arcaica che albergherebbe, da tempo immemore, nel Mediterraneo e dintorni, possa avere indossato la maschera feroce e autoritaria di Riina, il mammasantissima che passerà alla storia quale ispiratore della strategia del terrorismo mafioso. Stupisce pure che, lungo le vie dell’amore declinato al femminile, Jung trovò un senso della storia conservatore nel senso migliore del termine perchè legato al culto dei valori del passato. Stanotte la fine di Riina e, domattina, l’inizio del primo governo della regione siciliana veramente nel segno della destra: sincronicità cui il grande psicologo esploratore della cose umane e divine dedicò studi approfonditi quanto convinti.

 

 

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