La lezione della pandemia

ph Colton Duke on Unsplash

La pandemia ci lascia l’idea che è possibile fare delle rinunce. Non di solo pane vive l’uomo. La straordinaria capacità di adattamento delle persone trova conferma in un fatto che ha seminato morte e panico e, nei casi meno gravi, ha messo a dura prova la pazienza. Il virus esalta le diseguaglianze, è vero: la propria dotazione di risorse personali, sociali, materiali diventa la base di partenza per il futuro.

La geografia conta sempre. Anni fa, in un’aula universitaria, il filosofo Étienne Balibar chiedeva se tutti fossero in grado di sentire le sue parole preoccupandosi platealmente, ad alta voce, anche di quanti si trovassero nelle ultime file. Sapeva quanto cambino le cose trovandosi in periferia, dove la ripartenza sarà più difficile.

Dopo la pandemia i veri amici restano, i falsi amici spariscono. L’assenza del lavoro diventa presenza degli affetti. C’è la solidarietà occulta, come quella dei bassi napoletani. Nascono nuovi amori e nuove relazioni favoriti da un luce diversa.

Finisce un mondo con tutte le sue bugie e la trasparenza che non sempre è verità. La pandemia rimette in gioco tutto e tutti, rendite di posizione, patrimoni materiali e immateriali per lungo tempo accumulati diventano a rischio. Come del resto la reputazione. Non è il caso di farne una rivoluzione. Del resto i santuari del potere non saranno toccati.

Una delle più note vittime della politica al tempo del coronavirus, il costruttore-presidente Usa Donald Trump, non merita il trattamento che sta ricevendo. I tanti errori commessi, l’incoerenza di molte scelte, la radicalità e la bizzarria del suo linguaggio non cancellano una storia che, in buona parte, ci appartiene.

Gli americani che lo hanno votato percepiscono lo spirito che si nasconde nelle parole. La grande questione è, infatti, quella di trovare interpreti adeguati di una vicenda della storia della civiltà occidentale che non può essere rimossa.

Il problema non sta in una capigliatura biondo platino o in più di una frase fuori posto, ma nel recupero di regole e valori liberali, la separazione tra interessi privati e tutela del bene comune nell’esercizio del potere.

L’America dovrà, ancora una volta, testimoniare autentico e non formale spirito di conquista, volontà di affermazione individuale. Che non è – mai – distruzione del nemico o presunto tale. Saranno premiati quanti e più degli altri sapranno fare tesoro della lezione.

 

 

 

 

Lascia un commento