Leggere insegna a non odiare

Henry James ritratto da John Singer Sargent

Pare che qualcuno abbia proposto di abbassare l’età del voto degli italiani a 16 anni. Oggi, mentre gli strumenti per la formazione dell’opinione pubblica alla quale si collega la ricerca del consenso sono ancora informi, sarebbe come mettere alla guida di una Ferrari un neopatentato. Persino i ragazzini intervistati fuori dai licei hanno commentato che, per il momento, preferiscono pensare ad altro.

Il problema principale sui nuovi media è la diffusione di fake news. Esse sono perniciose perchè basta un titolo, una fotografia, un mix di vero e finto per deformare, insinuare, ridicolizzare, umiliare, rovinare persone, rapporti, imprese, territori. Se ne servono singoli, organizzazioni, entità non meglio identificate, donne, uomini, professionisti e dilettanti. Poi ci sono gli haters che utilizzano Internet in modo improprio: per aggredire o insultare coloro che prendono di mira. Una torsione che rinverdisce un concetto banale ma efficacissimo: ogni cosa dipende da come la usi.

Intanto, gli stessi giovani ai quali si vorrebbe chiedere il voto non leggono. In verità tutti leggono poco e infatti chiudono le librerie, come la celebre Feltrinelli di via Alessandro Manzoni a Milano. Eppure, è stato studiato che questa attività modifica la mente di chi la svolge. Come ciò possa accadere è un mistero. Invece, la comunicazione attraverso la messaggistica, la sintesi tra video-dipendenza e velocità della scrittura, la comodità del supporto e l’immediatezza del vedere producono una miscela dagli effetti non noti e non prevedibili. Chi odia, per dire, probabilmente seguiterà ad odiare con una spontaneità e una naturalezza ancora maggiori. Oppure, chi dipende da immagini e suoni subirà la dipendenza in modo ancor più ossessivo.

Quel dialogo coi grandi che è la lettura può invertire questa tendenza. Chiedere aiuto a Edith Wharton o a Ernest Hemingway, a Fëdor Dostoevskij piuttosto che a Henry James, non è vergogna e costa molto meno di uno psicoanalista. Ecco perchè è importante proteggere libri antichi o vendibili, librerie e biblioteche. E, oggi come ieri, gli autori, l’autenticità del pensiero, il diritto di essere se stessi quando si scrive e, quindi, quando si legge. 

Non è che chi legge non possa odiare qualcosa o qualcuno. L’odio è un sentimento umano, come lo sono il rancore, il desidero carnale o quello di vendetta. Ma leggere codifica la pulsione, la ragione identifica la passione, il confine della pagina scritta impone una forma al pensiero. È da esso che scaturisce l’immaginazione che, invece, è priva di limiti. Una biblioteca in un ospedale serve a guarire un malato. Attraverso la collaborazione tra biblioteche, sale di lettura e librerie si possono prevenire malattie e mali sociali. Mentre le vecchie cominciano a mostrare i segni del tempo, andrebbero realizzate nuove reti più adatte alla complessità del futuro.

 

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