
David Leonhardt, premio Pulitzer per il giornalismo di commento, ha invitato dalle colonne del New York Times, uno dei pilastri dell’informazione mondiale, ad aprire il portafogli per la stampa locale. Ha scritto un editoriale nel giorno consacrato allo shopping, il Black Friday, quando si va in giro a comprare maglioni di cashmere, biancheria intima, gadget elettronici o cose per la casa.
Lo shopping è considerato una cosa molto seria negli Stati Uniti (e tale è) perchè dall’andamento dell’ economia dipende il benessere e dal benessere dipende la qualità della vita individuale e associata. Ma Leonhardt ha chiesto di spendere qualcosa anche per i piccoli giornali. Non per il New York Times o per il Washington Post e, possiamo anche aggiungere il Times di Londra o il Corriere della Sera, ma per i giornali regionali o cittadini, strangolati dai cambiamenti imposti dalla rete che hanno messo in crisi il loro modello di business.
Le piccole realtà sono vitali per la democrazia “to holding accountable government agencies, businesses, schools and other institutions” che, più o meno, significa controllare e mettere di fronte alle proprie responsabilità enti pubblici, aziende, scuole e altre istituzioni. I grandi gruppi editoriali di cui parla Leonhardt sono stati criticati, in Italia, in modo aspro, anche con insulti. I giornalisti che vengono attaccati sono quelli, però, che fanno parte del grande circuito delle istituzioni democratiche. A volte anche quelli locali, ma solo se toccano qualche nervo scoperto politico o giudiziario. La tecnica ha permesso che si creassero circuiti politico-informativi alternativi e che i loro rappresentanti avessero i numeri e la forza per dire la loro. Con qualche ragione. Ma è la stessa tecnica che rischia di far morire la stampa indipendente. Ecco perchè la penna d’oro fa piovere dall’ alto il messaggio originario: la stampa serve a controllare come vengono spesi i soldi pubblici, come si comportano gli imprenditori, cosa accade in periferia. “The New York Times doesn’t count, even if you live in New York” ha scritto Leonhardt, ovvero il problema non riguarda il New York Times, persino se vivi a New York. Ma se i giornali locali sono vitali per la democrazia e la democrazia si indebolisce, forse anche i grandi pilastri dell’ informazione rischiano qualcosa.