
Ci si chiede – sempre – e non solo di fronte al Supernova festival, alla Rambla di Barcellona o al lungomare di Nizza (si, c’è anche l’ospedale di Gaza) perchè D o consenta certe atrocità. Sarebbe il caso di non dimenticare quanto siamo stati felici e contenti negli ultimi 30 anni e passa, grazie a voli a basso costo, tante scelte e zero responsabilità.
Il (rinato) sentimento della paura è ben presente nelle Sacre Scritture. Il mondo antico era crudele, la vita minacciata (Bruna Costacurta), trafitta da un brivido lungo la schiena, cinico, spietato. Il sangue di Israele ci riporta a terra. L’ebreo da scannare perchè è ebreo sa che identità è vita. E siccome la vita di un singolo è la vita di un popolo, sono (siamo) tutti arruolati.
Quanto accade non è, dunque, una corsa verso la morte, ma l’opposto. Eclissa l’ultima illusione, rappresentata sul piano politico da quella fine della storia immaginata dal professore Francis Fukuyama il quale, peraltro, ha già dovuto fare autocritica all’esplodere delle contraddizioni russo ucraine.
Madre paura, l’ha chiamata in un celebre saggio Rosellina Balbi, richiamando la maternità, Grande Madre, che è anche (stata) grande madre mafia. Ritorno delle portaerei Usa, nel Mediterraneo dolce e terribile. E ritorno dell’uomo antico, diremmo il padre, che difende la casa, teso come la corda del violino. Ma il caos allude a un nuovo ordine, si tratti di guerra o di una delle tante battaglie quotidiane. Che sembrava non servisse più combattere.