Permette qualche domanda?

Le domande dei giornalisti servono a trovare risposte su grandi temi
ph Reimond De Zunigaon Unsplash

I giornalisti che stanno tanto in uggia ai politicanti di nuova generazione un tempo facevano domande. Oggi fanno domande in pochi. A dare risposte, invece, nessuno. Rino Formica, protagonista della prima Repubblica ed esponente di primissimo piano del Partito Socialista Italiano, ha detto una cosa di una chiarezza cristallina. È stato stilato  “un «contratto» di cui indicano l’arbitro, il presidente del consiglio”. L’accordo politico declassato a contratto di natura civilistica, e il capo diventato arbitro.

Orbene, può un arbitro prendere decisioni? E, soprattutto, quando queste ultime hanno grande o grandissima rilevanza politica? Ecco quindi una prima domanda, che ci riporta proprio al tema alla ribalta negli anni in cui Formica faceva politica: la grande riforma e la decisione politica (che evocano il decisionismo e la sua naturale controparte, ovvero la paura di decidere).

Andiamo a un secondo problema. La democrazia nata dalle ceneri del fascismo tendeva ad includere, estendeva diritti di partecipazione, tutele, allargava i consigli di amministrazione, pagava gettoni, a ciascuno il suo. Si chiamava multipartitismo esasperato e l’appartenenza partitica era, de facto, condizione di acquisto della cittadinanza. E oggi? Può una nazione affrontare temi giganteschi con un parlamento composto da mille signori che non si sa da dove vengano ne tampoco dove vadano?

Terza questione. Basta elevare il livello qualitativo del governanti? In altre parole, servono tecnici, professori, esperti? Diciamo di no. Guardando serenamente a quanto prodotto da queste esperienze negli ultimi anni non si può dire che la competenza, da sola, sia sufficiente. Si ritorna, dunque, al tema della decisione.

Se decidere produce divisioni, e dalle divisioni scaturisce una crisi di governo, forse è il caso di dividersi prima. Ma su cosa? Non certo su interessi di parte o sulla base di convenienze, talvolta persino familiari o personali. Ma su grandi temi. Uno su tutti, quello delle infrastrutture. Ma ce ne sono altri, e, forse, non si trovano più perchè sepolti dalla tempesta di falsità e sciocchezze che circolano non solo in Rete ma, ormai, un pò ovunque. Propalate da chi ama la confusione perchè ha paura della verità.

 

 

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