Profumo divino

Il giovane Noodles spia Deborah dalla feritoia

Nel celebre Once Upon a Time in America la giovane Deborah sa di essere vista e lo spione non è, dunque, volgare o peggio, ma è solo un piccolo peccatore in un gioco delle parti nel quale si pecca in due, come “peccato” si direbbe rompendo un vaso pregiato. Nel vaso di Alabastro colmo di profumo di nardo – inebriante nell’antichità come oggi – spezzato sul capo di Gesù Cristo, c’è la follia dell’amore, ovvero il dono di sé, e nell’indignazione per quel dono di sé c’è l’eterna grettezza dell’uomo di fronte alla grazia. Il profumo è protagonista nei Vangeli ma anche nella poesia d’amore più bella mai scritta perchè sembra scritta da un bambino “Le grandi acque non spengono l’amore – i fiumi non lo travolgono” e “mentre nel suo divano è il re, il mio nardo manda il suo odore”. Cristo fu unto con olio profumato di mirra, e oro, incenso e mirra furono i doni dei tre magi. E se tutto quello che è scritto, compreso l’ipertesto di Internet, riconduce sempre alle Scritture – alla fonte di ogni cosa – l’incenso, il profumo della messa, ricorda che questo rito è la matrice di tutte le altre operazioni di comunicazione, dal cinema alla tv, dal “piccolo spazio pubblicità” al teatro d’opera, perchè ogni messa in scena è, prima di tutto, una messa. Le signore pèrdono ore a scegliere il profumo adatto, perchè “a ciascuno il suo”, nei grandi magazzini, “al paradiso delle signore”, appunto, “profumi e balocchi”, quasi che la modernità fosse riuscita a rendere effimere pure le cose divine.

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