L’ Italia della casta era una bugia perchè l’ Italia è il paese delle caste e il partito personale non poteva che essere un modello. E, infatti, ha germogliato i partiti personali. Anche se, essendo il linguaggio niente altro che una convenzione, del partito non rimane che il nome. Che vincitore potrà mai esserci se non emerso dalla lotta e che lotta potrà mai esserci senza una arena? Il luogo del confronto, dello scontro o della gara giammai sarà lo studio televisivo o la pagina di un social network ma saranno sempre i partiti politiciperchè così è sempre stato. E, invece, i partiti personali sono strumenti finanziati non si sa da chi e per fare cosa e in virtù di quale principio. Altro che quel sistema perverso e logico del finanziamento degli imprenditori e nemmanco la cassa del proprietario imprenditore. I partiti sono ridotti a club ai quali ci si iscrive per amicizia interessata e cooptazione, promossi dalla fedeltà acritica e dall’ utile idiozia, dall’ arte dell’ adulazione e, financo, da quella amatoria. Dietro le critiche al partito personale c’ era dunque grande invidia, emulazione, segreta complicità. Ma anche prendendo le mosse dal quel capolavoro che è la Costituzione italiana che mette al centro i partiti andrebbe, con minor reticenza, riconosciuto quel che il fascismo è stato. Soprattutto oggi che si vede lo Stato negare sicurezza e servizi. Oggi che la scuola pubblica è distrutta. Che capolavoro avere lasciato prima che la democrazia erodesse lo Stato e poi che lo Stato erodesse la democrazia!
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