Quattro lettere e una croce

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Nel logo di Palermo Capitale della Cultura non manca l’ entusiasmo e la freschezza di chi lo ha realizzato. Che fa difetto presumibilmente in coloro che dovrebbero riconoscere questo riconoscimento per la propria città, al quale evidentemente non hanno contribuito. Cionondimeno, alle quattro lettere che rappresentano quattro culture manca qualcosa. Se si guarda dalla prospettiva religiosa, certo. E nella misura in cui quella prospettiva si voglia prendere in considerazione. Perchè l’ ebraismo, anche nella dimensione strettamente religiosa, rimanda alla persecuzione degli eletti. Persino di quegli irregolari della cultura e dell’ arte ai quali tante volte Palermo nega dignità e cittadinanza. E che dire dei fenici? Quei mercanti malandrini di sempre che sono la forza della città e anche la forma perchè persino la lingua ebraica è stata mediata attraverso il loro alfabeto. E con esso l’ ebraismo ha piantato le sue radici nel moderno, in quella porzione del mondo più permeabile ai processi di trasformazione, ovvero l’ Occidente, il mondo della circolarità e della storia strutturatosi nel pensiero greco. E se la lingua araba evoca la guerra ma, anche, la pace che ne deve seguire e la cui importanza è pari alla santità, si sente mancare la croce di Cristo, la religione che pone l’ amore al centro di ogni cosa. Proprio ciò che manca è ciò che conta di più.

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