Quel pregiudizio dei giudici

ph Jon Tyson on Unsplash

Chi pensava che il problema dei giudici fosse solo italiano, oggi ha la certezza che è un problema globale, forse proprio il figlio degenere della globalizzazione. Misura dello Stato, una entità diventata fragile, vacua. Come tutti i fragili e i deboli, i fighetti che non sanno cosa vogliono, una giustizia piena di pregiudizi, cinica, incoerente, violenta.

In Israele l’urgenza del problema ha raggiunto i massimi vertici del governo e della politica, reso necessaria persino l’interazione con il grande amico americano dove, per la prima volta, un ex presidente è indicted, gli faranno le foto segnaletiche, gli prenderanno le impronte digitali.

Non possiamo credere che i tantissimi che scendono in piazza nell’unica democrazia del Vicino Oriente (e con la maturità propria di una democrazia) avanzino ragioni pretestuose. Ma è la stessa serietà di chi vuole prendere decisioni, perchè ne ha il diritto e il dovere.

E la globalità delle questioni, quella indipendenza dei giudici che, ontologicamente, non può essere onnipotenza, perchè l’onnipotenza è asservimento a se stessi o a una idea balzana sul proprio ruolo, dimostra la loro grave fondatezza.

Se si verifica una tale polarizzazione tra politica e società e se la debolezza della prima trova riscontro nella disperazione della seconda, forse è proprio nella giustizia che si trova la chiave di tutto. Chiediamoci, allora, al servizio di chi o di cosa è la giustizia.

Se, infatti, la società civile teme, in un dato contesto, una politica troppo forte da finire per l’impossessarsi dei tribunali. Se, in tutt’altro contesto, la stessa società civile teme che la famigerata polizia di New York voglia mettere dentro un eroico protagonista della società e della politica degli ultimi 30 anni, forse allora ci vuole una giustizia nuova. O, forse, ci vuole una giustizia mai stata.

E c’è da chiedersi perchè adesso in Italia sull’argomento tacciono tutti, dopo avere negli anni Novanta lanciato monetine agli statisti. E, poi, negli anni 2000, osannato guitti volgari e analfabeti della politica e della giustizia.