Quello Stato che è nemico dell’ uomo

ph Chester Alvarez on Unsplash

Lo statalismo non è il rispetto dello Stato, ma la pretesa che lo Stato abbia compiti che non dovrebbe avere e poteri che non dovrebbe esercitare. Quella macchina perfetta che è lo Stato è troppo perfetta per non essere messa al servizio dell’ uomo. L’ uomo è il singolo, protagonista della società civile che è il luogo dove si tessono i legami e nascono le attività creative.

E, invece, troppo spesso la macchina diventa macchinazione, punta alla distruzione dei rapporti interpersonali laddove spontaneamente sarebbero tessuti legami.  E con la distruzione dei rapporti, quella delle imprese, delle entità sociali, persino l’ immagine, la reputazione e l’onore di singoli individui. Lo Stato non è questo, ma, spesso, lo è stato e continua a esserlo. Tante volte, troppe in un paese come l’ Italia che dovrebbe essere saldamente ancorato all’ Occidente e insegnare la libertà agli altri.

Lo Stato ha il dovere della razionalità, e, attraverso di essa, la forza di creare le condizioni perchè le energie che si trovano nella società civile si sviluppino secondo regole precise. Ma che si sviluppino, però. E, invece, il mercato viene costantemente turbato da potentati economici, bancari, penetrati nelle istituzioni accademiche, in quelle culturali e nei tribunali in tempi remoti. A danno degli emergenti, dei giovani o degli irregolari.

L’ irregolare fa spesso alzare il sopracciglio allo Stato.  Ma la sua ipotetica minaccia dell’ ordine è la sua forza creativa, ovvero il segreto della forza della società civile. Alla quale si contrappone, nei periodi della storia in cui il cielo del mondo scurisce, quello Stato che ha il volto del burocrate frustrato e servile o quello cinico e sprezzante dell’ inquisitore di sempre. Ovvero quello Stato che è nemico dell’ uomo.

 

 

 

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