
C’è un aspetto incontrovertibile della guerra tra Russia ed Ucraina ed è quello che uno più grande ha attaccato e invaso uno più piccolo. Questo si replica nella relazione controversa tra Cina e Taiwan, ma può essere bene applicato anche alla Sicilia.
Sebbene spesso protagonista e capace di far profittare i suoi molti vantaggi, l’isola può trovarsi nella condizione di un piccolo che subisce le angherie, la prepotenza e l’oppressione di uno più grande. Si tratti della Nazione, dello Stato in un certo modo di organizzarsi o degli organismi pubblici e di sicurezza.
Per questa ragione, la Sicilia merita di essere difesa, per ragioni di principio, in quanto entità territoriale ma, anche, come soggetto dotato di una propria specifica individualità culturale e in ogni aspetto che ne definisca l’identità.
A tutto questo, già molto, si aggiunge la complessità e la difficoltà di decifrare le cose siciliane, debito di una storia lunghissima in cui si intrecciano l’antichità, l’Europa, la modernità, tanti popoli, moltissima geografia, il mondo contemporaneo, la globalità, se possibile ancor più complessa, e la post globalità, la fase in cui stiamo entrando.
Gli statunitensi rispettano etnie, popoli, culture e le persone che li testimoniano solo e solamente perchè antichi. Portano rispetto a chi ha radici profonde e, per questa ragione, molti italiani e, in particolare, i siciliani hanno potuto costruire oltreoceano. Altri dovrebbero prendere esempio.