Ritorno alla polis

piazza Pretoria, 4 gennaio 2019

I tanti che finora si sono sentiti incapaci di codificare il proprio disagio la mattina del 4 gennaio si sono sentiti, in piazza Pretoria, a Palermo, improvvisamente a casa. Il ritorno a casa è una metafora che la psicologia ha lungamente indagato per provare a rappresentare un recupero della propria identità e appartenenza a un gruppo, per una qualche ragione, occultati o negati. Per il momento ciò riguarda la sinistra tradizionale, la cui storia è legata ai diritti e alla loro estensione, alla partecipazione e alla piazza tout court,  cioè quella che si è riunita di fronte a Palazzo delle Aquile in una di quelle giornate in cui si sta più comodi a casa. Ma non c’è, ovviamente, solo quello. La simbologia dell’ assembramento di fronte al municipio evoca, infatti, il recupero della polis, che è stata mortificata, per decenni, in Italia, da una tale serie di messaggi e politiche pubbliche sbagliati che è impossibile, oltre che doloroso, tracciarne un elenco in un breve commento. La stessa bassa qualità dei servizi è, in larga parte, figlia di una logica che ha messo in secondo piano tutto quello che riguarda la dimensione locale, reale, tangibile della vita associata. Lasciamo stare, per un momento, rifiuti o marciapiedi. Il commercio è, ormai, quasi esclusivamente sviluppato intorno ai grandi centri commerciali o sulla vendita online. Le periferie hanno una voce sempre più flebile perchè, nella logica del denaro, il loro potere contrattuale è risibile. E, allora, su che cosa si sviluppa il nuovo movimento generato dal gesto di disobbedienza del sindaco Leoluca Orlando? Si fonda non sulla politica ne sul denaro ma sulla cultura. Per quanto, infatti, il modello della capitale della Sicilia sia problematico e, in molte parti, sbagliato o, persino, palesemente illegale, è il suo modello. Antichissimo e lungamente sperimentato. E’ il modello mediterraneo di accoglienza e tolleranza, di condivisione e creazione. Per questo, anche chi si sente di destra, e potrebbe votare per un partito conservatore o, persino, di destra radicale, ma è nato oppure ha vissuto la dimensione della capitale della Sicilia, è pronto ad anteporre a qualunque altra ipotesi una forma di civilizzazione unica e non replicabile, anche a costo di violare la legge.

 

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