Sanità, agricoltura, energia (e ipocrisia)

ph Arno Senoner on Unsplash

Sulla base del coronavirus in Sicilia si pretende l’assunzione (per sempre) dei disoccupati che hanno avuto, nella concitazione del momento, l’opportunità di eseguire tamponi. D’altra parte l’emergenza va tamponata, lo dice la parola stessa.

Peccato che questo confligga con la logica della pubblica amministrazione, o la logica tout court, laddove si assume in base al merito, criteri, programmi, esigenze dei territori che, oggi, è possibile misurare con metodi modernissimi.

Lo sappiamo che l’occasione fa l’uomo ladro. E lo sanno, purtroppo, anche i conti pubblici, il debito sempre crescente e le inspiegabili fortune private.

Pensiamo poi all’agricoltura: importiamo grandi quantità di merce dall’estero dopo avere intessuto relazioni commerciali spesso improbabili, spericolate. Lo abbiamo fatto finora senza valorizzare le produzioni locali, usando la lente distorta dell’esterofilia.

Abbiamo interpretato la globalizzazione col provincialismo di chi sgrana gli occhi per la bellezza esotica e non riconosce quella nostrana, di chi preferisce Londra a Napoli per farsi cucire addosso un vestito.

Abbiamo tollerato che venissero venduti e comperati prodotti contraffatti, falsificazione di beni che appartengono al nostro passato. Senza rispetto per le radici, le tradizioni, la diversità di forme e sapori, il peso della geografia che fece dire a uno storico britannico la Sicilia è un continente.

Come la Russia, che viene accusata, dopo l’aggressione all’Ucraina, di essere una autocrazia contro una democrazia e, quindi, di lanciare un attacco ai valori liberali che noi, in Italia e in Europa, coltiviamo senza riserve.

Può darsi, eppure con la Russia siamo stati in relazione per anni. E non avremmo potuto stringere accordi irragionevoli o consentito che ciò accadesse se non ci fosse, nella cultura e nella filosofia politica italiana, quel germe illiberale, quella pulsione che oggi ci lega le mani.

Chi non crede e non ama la libertà ha voluto coltivare quel rapporto di dipendenza. Con la pervicacia e l’ottusità che vediamo negli altri, ma che è il riflesso delle nostre colpe e della nostra ipocrisia. Per averne conferma basta guardare agli Stati Uniti, che si sono liberati dalla dipendenza energetica perchè, nonostante i passi falsi e le storture, sono un paese libero.

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