
“Leggere la realtà con gli occhiali della sinistra del Novecento…è un errore” ha detto Graziano Delrio a proposito della segreteria del Partito Democratico e della sconfitta del partito che chiunque dotato di minima capacità di comprensione della politica non poteva che serenamente prevedere.
Ma l’idea che le lenti del secolo scorso non servano più è del francese Zemmour che, oltre un anno fa, aveva parlato per l’altra parte dello schieramento vedi Il dilemma delle destre. “Io rifiuto le parole della sinistra, penso che la battaglia sia innanzitutto semantica” dichiarò l’esponente della nuova destra al Corriere della Sera.
E, quindi, la destra cerca una nuova lingua non più condizionata dal senso di colpa e dalla vergogna (per questo più ebraica che cristiana) e Giorgia Meloni sembra sulla buona strada. La sinistra, finalmente, capisce di avere un analogo problema, ma rimane stritolata tra la spocchia dei dirigenti e la fresca inesperienza del capo.
Avevamo anche scritto che una personalità come Elly Schlein non avrebbe potuto formarsi ed affermarsi in luoghi diversi dall’Occidente vedi La dolce metà della destra. Vediamo ancora il rischio che il mondo della mafia o delle mafie, che è fatto in larga parte di soggetti deboli, si saldi con quel che resta della sinistra.
A questo punto bisognerebbe domandare a Silvio Berlusconi non di mafia, che troppo spesso si parla e si chiede a sproposito, ma di Schlein e di Agostino Viviani, cioè della tradizione della sinistra italiana che, attraverso Craxi prima e Berlusconi poi (ma grazie soprattutto a Sandro Pertini), è diventata parte della tradizione nazionale.
E’ comprensibile che chi era “convinto di aver finalmente trovato una leader capace di dire «bianco» e «nero», sarà rimasto deluso nello scoprire in questa vicenda delle munizioni che invece la giovane segretaria ha una notevole conoscenza delle sfumature cromatiche del grigio” come ha ricordato Antonio Polito.
Il quale ha aggiunto “Ma se la credibilità, il peso politico di questa leadership si consumasse troppo velocemente, davvero non riusciamo a immaginare come ne potrebbe uscire stavolta il Pd”. E’, però, anche vero che ci sono troppi equivoci sulla guerra che riguardano l’Italia, gli amici (e guardati) europei e la presidenza Biden. Il mondo di Schlein, che è fatto (anche) di radicalismi, è in ogni caso destinato a sopravviverle.