
Di fronte a uno sconvolgimento, un tornante di quelli che capitano ogni cinque o dieci secoli, è difficile limitare a un campo le riflessioni, le idee, le suggestioni. Soccorrono i fatti, duri, cocciuti, incontrovertibili.
La scuola pubblica italiana è in pezzi. Crollavano già i soffitti delle aule, la credibilità di maestri e professori, la qualità dell’insegnamento. Mostrava tutte le sue crepe una impostazione democratica e aperta mai confermata dai fatti. Oggi quella impostazione semplicemente non è più politicamente sostenibile.
La giustizia in tutte le sue manifestazioni, alla quale l’Italia tanto ha dato con principi e contenuti, è fallita. Come falliscono le imprese, le società di calcio. Crolla una costruzione fatta di strutture materiali, uomini, procedure e scadenze. Ma soprattutto, la giustizia italiana ha il cuore spezzato.
Non è più tolleranza che ha la forza di arginare il disordine, compassione unita al rigore. Hanno vinto la vendetta, l’effimero, persino l’invidia. Hanno vinto i mediocri, la Banalità del male, la chiamava Hannah Arendt.
Infine il lavoro. È vero, U mestiere s’arrobba, ti insegnano durante la gavetta. Significa che devi cavartela da solo, fare di necessità virtù. Insistisci si dice, in Sicilia, per scherzare con chi è impegnato in un cimento. Ma ovunque, in Occidente, ci si è sforzati di creare condizioni ambientali e morali perchè il lavoro, inteso come merito, come diritto all’affermazione di se stessi, di valori o capacità, venisse premiato.
È come se stesse crollando in Italia, ma il fenomeno, con sfumature diverse, riguarda il mondo intero, un edificio le cui strutture portanti erano fradice da tempo. Non avviene per caso. Ci lasciamo alle spalle l’Età dei diritti, per usare un’espressione di Norberto Bobbio che è anche il titolo di un suo libro.
Di quella età resta il principio sacrosanto del rispetto e riconoscimento di ciò che pertiene all’uomo, la sua estensione a ciò che è umano. Ma tutto questo va reso compatibile con i tempi, con l’emergenza del momento. Non farlo è rischio di avvilupparsi nel senso contrario della spirale, ciò che è già avvenuto, tante volte, nei momenti peggiori della storia.
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