
Quando apparve chiaro che di giusto e bello c’era ben poco, apparve a tutti chiaro che al cerchio della mafia stragista aveva applicato il suo osceno sigillo l’antimafia di facciata. Gli estremi si toccarono e quelli che, fino a quel punto, avevano urlato, si tacquero, vedendo specchiata nell’altro la propria viltà. Fu il silenzio dei colpevoli.
Nel racconto della Resistenza italiana c’è del vero e del falso, del detto e del non detto. Ma un filo unisce Resistenza, terrorismo e antimafia. Ecco perchè la più recente delle tre vicende citate contiene un nucleo non distruttibile. E, già da ora, si fa scudo del passato, marca confini, distribuisce tessere professionali, certificati medici, stage negli enti pubblici, posticini, usa doppie verità e, se occorre, mostra il calcio della pistola.
Ora, però, il partito rifondato in Sicilia dall’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro pone il secondo sigillo al cerchio che aspettavamo. Di fronte ad attacchi politici giudicati discriminatori si rivolge al Capo dello Stato. Non sono tollerabili, dice il segretario siciliano Stefano Cirillo “le dichiarazioni di Rosy Bindi che invoca la magistratura, i cittadini e le forze politiche a vigilare come se la Democrazia Cristiana fosse un soggetto politico pericoloso”, preoccupato anche per “l’istigazione messa in atto dal quotidiano La Repubblica”.
La Dc morì perchè la storia e le persone la ridussero in pezzi. Ecco perchè l’appello al Capo dello Stato di fronte agli attacchi di un ex ministro della Sanità (e dello storico giornale – partito, giornale – nemico) dice molto di più. Vuole riannodare i fili col passato, rimarginare ferite, metterci una pietra sopra. Rievoca Giovanni XXIII “Cerchiamo sempre ciò che ci unisce, mai quello che ci divide” oppure un più stringato Chi ffa, tu scurdasti?
Due partiti e due chiese come era prima, allora, due partiti-chiesa. Ma se torna la Dc in cui c’è posto per tutti, torna il clientelismo? Magari. In tempi di vacche magre esso è degradato a tribalismo. Altrove si manifesta con missili, bombe, stupri e torture. In Italia con complicità, silenzi, macchinazioni e dossieraggi. Per il momento nelle due chiese ci sono la casa comune, i panni sporchi che si lavano in famiglia. E chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori.