Se uno schiaffetto diventa amore

ph John Mark Smith on Unsplash

Dire che Bergoglio non è una persona buona è una stupidaggine. Il fatto è che anche la Chiesa Cattolica convive con la società della trasparenza, in cui tutto quello che succede diventa virale, oggetto di dibattito, di un post o di un like, divide, crea partiti e fazioni. Giriamola come si vuole, lo stereotipo papale è fatto di carezze e non di schiaffi.

Il fatto è che perde la pazienza con una donna proprio il Papa che dice “non c’è salvezza senza la donna”  e che “la donna è donatrice e mediatrice di pace“. Essendo in questo pienamente nella tradizione, poichè la religione cristiana è, forse, quella che più di altre valorizza la donna e, nel segno di Maria, concepisce la virtù femminile come preziosa, taumaturgica e creativa.

Ammettiamo pure, come molti pensano, che Papa Francesco sia una persona spigolosa e mettiamo da parte che il suo nervosismo possa dipendere dalle sfide enormi che deve affrontare e, spesso, senza la necessaria unità della istituzione che rappresenta.

Il fatto è che non si tira la manica in quel modo al Papa. Sulla base di cosa qualcuno si prende una tale libertà? La libertà di fare qualcosa non autorizza a fare quella cosa. Significherebbe che, avendo a disposizione miliardi, uno potesse spenderli tutti, o che uno, potendo disporre di ogni cosa che vede, se ne servisse. Si è liberi di agire e di scegliere, ma nella misura in cui non si danneggia il prossimo. In questo senso, il cattolicesimo è guida in quanto katéchon, ovvero il potere di frenare, di porre limiti.

Il tono di Bergoglio è quello amorevole ma duro del padre. Com’è noto, perdona sempre la madre, il padre forse. È l’amore rigido al quale l’etica morbida della società globale e digitale ci ha disabituati. Nelle stesse dimissioni di Ratzinger può leggersi una difficoltà di interpretare un ruolo paterno nel tempo confuso che attraversiamo. Allora è proprio dalla sua controparte, attraverso la riscoperta della dimensione femminile, che può recuperarsi idealmente la forza della paternità. Quasi che uno schiaffo, o uno schiaffetto, potessero trasformarsi in un atto d’amore.

 

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