La dolce metà della destra

La sinistra guarda al futuro come cambiamento del presente e, infatti, si chiamano progressisti. Non è solo questo, ci mancherebbe. Ma si è veduto come, a far data dalla fine del comunismo in un paese solo, il mondo capitalista e liberale abbia avuto difficoltà ad individuare la strada per questa cosa. A lungo si immaginava … Leggi tutta l’opinione

Le donne, gli uomini e la Nazione

La sinistra avrebbe, prima o poi, prodotto un partito radicale di massa, sosteneva il più importante filosofo cattolico italiano del Novecento, Augusto del Noce, citato da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera. Questo potrebbe accadere se non dovesse nascere a sinistra un partito dei territori e tanto vale, a questo proposito, ricordare la … Leggi tutta l’opinione

Il davanzale di Angela

Distratti dal davanzale della senatrice Angela, tanti, troppi non hanno avuto la sensibilità di leggere nel suo cuore. Ipocriti e dimentichi del latte materno che li ha nutriti, avidamente attaccati, per decenni, al Nord come al Sud, al grande capezzolo mafioso. La mafia, sedotta e abbandonata. I grandi capi mammasantissima, la pancetta del boss status … Leggi tutta l’opinione

Il virus, la società e il coraggio

La festa della donna – che cade l’otto marzo – potremmo dedicarla al medico di Cremona la quale, intervistata da Repubblica, ha raccontato cosa è successo all’inizio di questo pandemonio che evoca, sinistramente, la parola pandemia che ancora non si vuole pronunciare, ma forse, purtroppo, ci siamo quasi. Si tratta dell’anestesista trentottenne riuscita ad individuare il paziente uno … Leggi tutta l’opinione

Cosa significa essere contemporanei?

Dicono che Google, il motore di ricerca che termina la frase prima ancora che essa venga digitata, sia come le donne, le quali capiscono quello che vuole un uomo prima ancora che questi apra bocca. Il potere nel mondo contemporaneo ha perduto la forza bruta per diventare flessibile, pratico, tendente al compromesso. Ispirato, cioè, all’etica … Leggi tutta l’opinione

La vendetta dell’irreale

Potevano stupirci con effetti speciali, ma hanno preferito consumare la più beffarda delle vendette: trasformare la morte, il dolore e la paura in un videoclip, uno spot pubblicitario all’incontrario con la colonna sonora e la presa diretta. Ma i morti sono veri, il sangue non è tomato sauce, e fottutissimamente veri sono lo strazio, l’angoscia … Leggi tutta l’opinione