Troppo bella per essere vera

Ci si stupisce di certe assurdità tutte palermitane, dello spreco di risorse materiali, morali, dell’ estrema iniquità, della violenza fine a se stessa, della cancellazione del passato, della bugia. Isola nell’ isola, metafora dell’ isola che già Sciascia definì in una celebre intervista metafora di tutto il resto.  Tutto si tiene perchè tutto è collegato, tout se tient, ma che sembra significare anche che tutto resta, le innumerevoli declinazioni della civiltà fino alla sua negazione, fino all’ origine di tutto, quando l’ uomo era l’ uomo lupo descritto dal celebre studioso di origine ebraica Robert Eisler. Quell’ uomo, cioè, il cui doppiopetto e  le calze di seta dissimulano la brama di carne, la pulsione bestiale volta al dominio e al piacere custodita nel doppiofondo dell’ anima di ciascuno di noi. Una città troppo bella per essere vera, e l’ odio per la bellezza è la mancata accettazione che il sogno diventi realtà, perchè, come recitava in un celebre film un’ icona degli anni 80, protagonista immaginario di quella stagione di liberazione degli animal spirits, più reale lei diventa più accanitamente la vogliono. E, violenza nella violenza, quella tendenza al nascondimento, il femmineo pudore di raccontare, rendere pubblico quello che, altrove, è opinione pubblica da quando la modernità si è impossessata del mondo. Ma che consente a chi tace di lottare, nel doppiofondo dell’ anima, quella violenza che non sarà mai rimossa.

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